In ogni ufficio, pubblico o privato, piccolo o di grandi dimensioni, in ogni studio professionale o grande azienda, ogni anno si producono documenti, copie e stampe sui più diversi formati di carta. Tutto questo significa utilizzare macchinari come stampanti, fotocopiatrici plotter e fax, che vanno alimentati con carta e inchiostri di varia natura. Tra i tanti materiali di consumo occorrenti per il funzionamento di queste periferiche, i toner sono quelli che per costi di acquisto e trattamento post esaurimento, meritano un'attenzione particolare.
I toner contengono una polvere finissima composta da particelle di carbone, ossidi di ferro e resina, ed é per questa ragione che i caricatori di stampa esauriti vanno smaltiti con attenzione. Poiché la normativa li classifica come rifiuti particolari, vanno gestiti e smaltiti in modo adeguato, certamente non assimilabili a un comune rifiuto urbano da avviare a raccolta differenziata. Il SISTRI (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) del Ministero dell'Ambiente, classifica le cartucce toner "come rifiuto pericoloso (codice CER toner per stampa esauriti, contenenti sostanze pericolose) oppure come rifiuto non pericoloso (codice CER 08 03 18 toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 17).
Poiché il toner è generalmente un preparato formato da una miscela di più sostanze, nel caso in cui tale preparato non sia classificato come pericoloso ai sensi della direttiva 1999/45 sui preparati pericolosi, o del regolamento 1278/2008/CEE sulla classificazione, etichettatura ed imballaggio di sostanze e miscele pericolosi, allora le cartucce toner esauste potranno essere classificate come rifiuto non pericoloso.
La classificazione del toner può agevolmente essere reperita nelle schede di sicurezza redatte dai fornitori. Nel caso in cui il toner sia classificato come preparato pericoloso, anche le cartucce toner esaurite devono essere classificate come pericolose, a meno che non sia dimostrato che il contenuto di sostanze pericolose nella cartuccia esaurita sia inferiore al limite di riferimento pertinente.
I toner esausti provenienti da un ufficio, un'azienda, uno studio professionale, non possono essere gestiti dal servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani. Inoltre con l'entrata in vigore del D.Lgs. n. 4/ 2008, non è possibile per il Comune eventualmente ritirarli a fronte dell'erogazione di un servizio integrativo di raccolta di rifiuti diversi da quelli urbani. Quindi i toner esausti non potrebbero, in relazione al succitato decreto, mai essere considerati come rifiuti speciali assimilati agli urbani. Quindi come già anticipato i toner esausti possono essere classificati come «rifiuti speciali non pericolosi» (cod. 08 03 18) o diversamente come «rifiuti speciali pericolosi» (cod. 08 03 18). Come abbiamo potuto notare la differenza è stabilita dal codice CER (Catalogo Europeo Rifiuti) ed occorre sempre verificare, al momento dell’acquisto della cartuccia, la scheda di sicurezza che per legge è contenuta nella confezione del prodotto.
L'onere dello smaltimento corretto del suddetto rifiuto è in capo a chi produce il rifiuto stesso. Il D.Lgs 152/06 ex D.Lgs 22/97 (Decreto Ronchi) obbliga tutti i titolari di partita iva alla gestione dei rifiuti speciali da stampa informatica esausti prodotti con le proprie stampanti. Dunque è responsabile dello smaltimento corretto del rifiuto anche chi ha stampanti e fotocopiatrici a noleggio, perché il rifiuto è conseguenza della sua attività produttiva.
Man mano che si accumulano, i toner esausti devono essere raccolti in una eco-box, e almeno una volta all'anno smaltiti.
I toner esausti devono essere affidati a soggetto autorizzato al trasporto, ovvero iscritto all'Albo dei Gestori Ambientali come smaltitore autorizzato (Gestore). L'operazione va registrata nel registro di carico e scarico che l'azienda o lo studio professionale ha precedentemente acquistato e vidimato alla Camera di Commercio competente per territorio. Il registro è un documento che deve essere attentamente compilato da parte dell'azienda o del titolare della partita Iva e serve ad annotare tutti i movimenti dei rifiuti speciali pericolosi prodotti. Deve essere compilato entro 10 giorni dalla produzione del rifiuto e conservato per almeno cinque anni.
Il Gestore compila il FIR (formulario identificativo del rifiuto) in quattro copie e avvia il rifiuto all'azienda di smaltimento e sarà cura di quest'ultima rilasciare copia scritta dell'avvenuto smaltimento. Delle quattro copie firmate e datate, una va all'azienda e deve essere conservata per almeno cinque anni. Qualora l'azienda abbia almeno 10 dipendenti oppure se il rifiuto viene classificato come pericoloso (codice 08 03 17), si è tenuti a compilare il MUD (Modello Unico di Dichiarazione) che tiene traccia dei rifiuti prodotti e deve essere presentato alla Camera di Commercio entro il 30 aprile di ogni anno. O si producono cinque toner esausti all'anno o molti di più, la procedura è sempre questa.
Oltre alle sanzioni amministrativa, una gestione non corretta dei rifiuti può generare conseguenze in materia Penale.
Cosa si rischia in caso di non corretta procedura di gestione del toner esausto? Le conseguenze sono sia amministrative sia penali. Chi non è in regola corre il rischio di pesanti sanzioni amministrative che vanno da 1.600,00 € a 15.500,00 € per i rifiuti non pericolosi, mentre vanno da 15.500,00 € a 93.000,00 € per i rifiuti pericolosi, con conseguenze penali per il titolare della partita iva o amministratore delegato dell'azienda che rischia un processo penale e in caso di comprovato avvenuto reato anche una condanna di sospensione dalla carica per un periodo che va da 30 giorni a un anno.
Vale la pena rischiare? - No piuttosto è necessario mettersi in regola, attenendosi alle prescrizioni di legge.
In Elsipiemonte siamo in grado di gestire il servizio di smaltimento dei consumabili esausti che solleva il cliente da ogni responsabilità.